Frega Festival 2025: il labirinto che respira techno e inclusione
Non tutti i festival nascono uguali. FREGA non è nato per inseguire hype, ma per cambiare il modo in cui viviamo la notte. Qui l’elettronica si intreccia con un manifesto radicale: Dancefloor Sensibile. Un’idea semplice e rivoluzionaria allo stesso tempo, che ribalta le regole del clubbing. La disabilità non è nelle persone, ma nei luoghi. E finché esistono club e DJ booth inaccessibili, non possiamo parlare di vera cultura elettronica.
Per questo FREGA costruisce spazi autentici. Non slogan, non “diversity” come specchietto per le allodole, ma palchi e piste realmente accessibili. Eventi in cui artisti internazionali ed emergenti, con e senza disabilità, condividono il dancefloor senza gerarchie, mossi dalla stessa urgenza di abbattere barriere culturali e architettoniche.
La cornice è il Labirinto della Masone, il più grande labirinto di bambù al mondo: sette ettari, oltre 200.000 piante e un’atmosfera sospesa tra arte, natura e architettura. Uno spazio simbolico, perché accessibile al 100%, ma anche visionario. Per un giorno e una notte, il labirinto diventerà un club a cielo aperto, una cattedrale verde dove lasciarsi guidare da suoni ipnotici e scenografie immersive.
Il line-up è una dichiarazione di intenti. Ben Klock b2b Marcel Dettmann, Blanka, Blind Date, Elisa Bee, Koväl, Gabriele Capponi, Nastia e Pre Silent (live). Nomi che non hanno bisogno di presentazioni, ma che a FREGA vengono scelti non solo per il peso artistico, bensì per la capacità di incarnare la missione del festival. Ogni set sarà un viaggio profondo, cucito sul respiro del Labirinto e sulla filosofia del Dancefloor Sensibile.
FREGA non offre “il solito format”. Ogni elemento, dalla musica alla scenografia, è pensato per scardinare il concetto di festival come intrattenimento e trasformarlo in esperienza collettiva. Un rito inclusivo, un’immersione sensoriale, un club temporaneo che mostra come potrebbe essere il futuro se smettessimo di lasciare indietro qualcuno.
Questa non è solo lineup. È un manifesto. È techno che diventa linguaggio politico, clubbing che diventa spazio di libertà.