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Le Cannibale x Ri-scatti: al museo tra clubbing e inclusione

Sabato 25 ottobre Le Cannibale x Ri-scatti e Dynamo Camp portano al PAC Milano una notte in cui arte, disabilità e musica elettronica si incontrano per riscrivere il significato di inclusione.

  • Alessandra Sola
  • 23 October 2025
Le Cannibale x Ri-scatti: al museo tra clubbing e inclusione

Difficilmente la musica si riduce a essere solo suono, ma ci sono occasioni in cui le forme che la abitano spaziano verso orizzonti dalle infinite sfumature.

Sabato 25 ottobre, al PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, Le Cannibale unisce le forze con Dynamo Camp e Ri-scatti ODV per costruire una serata che supera i confini del club e dell’arte, intrecciando musica elettronica, fotografia e inclusione in un unico respiro collettivo.

Da oltre dieci anni, Le Cannibale rappresenta una delle realtà più trasversali e coraggiose della nightlife milanese: capace di portare la club culture anche fuori dai club, di connettere elettronica, arti visive e pensiero contemporaneo in luoghi sempre nuovi. Il suo linguaggio è quello dell’incontro tra mondi, discipline e sensibilità, e questa collaborazione con il PAC ne è l’ennesima prova.

La mostra “Ri-scatti. Il cielo è sempre più blu” racconta la visione di nove adolescenti di Dynamo Camp, ragazzi e ragazze che convivono con disabilità, patologie croniche o disturbi del neurosviluppo. Attraverso la fotografia, questi giovani autori hanno trovato una lingua nuova, capace di trasformare la vulnerabilità in immaginazione e la fragilità in forza. Le loro immagini non chiedono pietà ma riconoscimento: specchi di una realtà che finalmente prende luce, e ci guarda.

La serata prende vita anche grazie a One Eat One, la prima band elettronica al mondo formata da persone con e senza disabilità. Nato come laboratorio sperimentale di inclusione, il progetto è oggi un organismo artistico vivo, dove il linguaggio della musica diventa il codice comune tra corpi diversi. Le loro performance sono un’esplosione di energia e autenticità: loop, synth e voci che costruiscono un dialogo senza barriere, un suono che accoglie invece di escludere. È club culture, ma soprattutto è un atto politico, la prova che la creatività non appartiene a nessuno, se non a chi la vive.

A seguire, Bunny Dakota, cofondatrice di Industria Indipendente, collettivo artistico romano che da oltre dieci anni indaga le relazioni tra arti performative, teatro, ricerca queer e musica elettronica. Industria Indipendente lavora sulle soglie, tra identità e rappresentazione, tra desiderio e corpo, tra visione e realtà, e nelle sue performance la musica non è mai accompagnamento ma motore di presenza, di trasformazione, di verità. Con il progetto Merende, Bunny Dakota porta sul dancefloor la stessa tensione: un invito a riscrivere le regole dello stare insieme, dove il ballo diventa gesto politico e lo spazio del club si fa comunità temporanea e radicale.

Questa collaborazione tra Le Cannibale e PAC accende un faro sulla cultura accessibile, porosa, capace di cambiare la percezione di ciò che consideriamo possibile. È un modo per ricordare che l’arte quando è viva non divide, ma unisce.
E che la musica, in fondo, è sempre stata linguaggio d'inclusione.

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