Intervista a Cole, la Room 2: il cuore intimo del Tenax
Sabato 18 ottobre la Room 2 del Tenax si accende per i 40 anni di Cole e i 20 anni della sua residenza nello storico club.

C’è qualcosa di profondamente romantico nel tornare al punto di partenza, ma con una consapevolezza nuova.
La Room 2 del Tenax non è solo un piano di sopra: è un’altra dimensione del club, un luogo che respira al ritmo dell’intimità, dove la musica si spoglia dei riflettori per tornare essenza, dialogo, scambio.
Qui il contatto con il booth è reale, quasi fisico; la distanza tra chi suona e chi balla si dissolve, e quello che resta è una comunità che si riconosce nel suono, non nei ruoli.
A guidare questa visione c’è Cole, artista, resident e anima storica del Tenax, che proprio quest’anno celebra vent’anni di consolle e quaranta giri intorno alla console ;) due traguardi che si intrecciano come un loop perfetto. La sua storia dentro queste mura non è solo personale, ma diventa un simbolo: quello di una generazione che ha costruito la scena con le mani, i dischi, le notti, e che oggi la restituisce alle nuove leve, non come nostalgia, ma come eredità viva.
E sarà proprio sabato, con una line-up che unisce radici e futuro, che la Room 2 si accenderà di nuova energia: Sibil & Mayell, resident e menti di Luck Is On, porteranno la loro visione fresca e analogica accanto a George, altro pilastro del Tenax, e lo stesso Cole, in una notte pensata come un viaggio condiviso, senza filtri, senza barriere.
In un momento in cui tutto tende all’espansione, Cole e il team del Tenax scelgono di tornare alla misura umana del clubbing: dove non servono tavoli né backstage, ma solo la voglia di stare insieme nella musica, alla pari.
La Room 2 è il loro gesto d’amore verso l’underground, una piccola fiamma che continua a bruciare per ricordarci da dove veniamo e perché, dopo decenni, siamo ancora qui a ballare, a credere, a cercare.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Cole, per farci raccontare i retroscena della Room 2 e l'amore per la musica che alimenta da oltre vent'anni la sua residenza.

Il 27 settembre avete inaugurato la nuova stagione della Room 2. Per il Tenax non è una novità assoluta, ma da quest’anno avrà una nuova forma, plasmata verso fronti un po’ diversi da quelli della main room. Da dove nasce il bisogno di un restyling che punta a una narrativa sonora più underground?
Ciao! Intanto grazie a Mixmag Italia per questa possibilità di raccontarci. Più che un bisogno direi una forte volontà. Crediamo che creare una "comfort zone" più esclusiva, non soggetta agli schemi, alle necessità e ai grandi numeri del main stream odierno (ma che giova comunque di tutta la nostra portata di amplificazione mediatica), sia quanto di meglio possiamo fare in supporto della scena underground nazionale e internazionale, che da sempre è la vera fiamma pilota.
In Room 2 il contatto per il pubblico con il booth è molto più diretto. Che tipo di relazione volevi instaurare tra chi suona e chi ascolta qui dentro? Parliamo di distanza fisica, ma anche di energia condivisa, no?
Volevamo instaurare una relazione molta più intima e diretta sia per chi suona che per chi balla, composta da quelli che sono i due elementi fondamentali, il pubblico e la musica. In Room 2 abbattiamo distanze e classi: non ci sono backstage, tavoli o dischi del momento, ma sempre di più è frequentata non solo dagli appassionati più esperti e adulti, ma anche dalle nuove generazioni pronte e curiose di riscoprire l'essenza. Di conseguenza la condivisione di energia stando tutti insieme ed allo stesso pari è costante e in crescita.
Il restyling prevede anche modifiche e integrazioni al soundsystem. Per quanto riguarda l’esperienza acustica, cosa ci dobbiamo aspettare adesso nella Room 2?
Il restyling degli ultimi due anni - ancora in fase di sviluppo - ha portato integrazioni sull'audio che ci hanno permesso di raggiungere livelli alti, come nella Room 1. Siamo anche intervenuti in maniera incisiva su luci e design, adattando vintage e moderno come nostro stile, con estrema cura dei dettagli e riuscendo ad alzare l’esperienza su tutti i fronti.
In un momento storico in cui tutto punta all’espansione, voi avete scelto (ammirevolmente) di “stringere il campo”. È un gesto romantico, politico, o semplicemente necessario per ritrovare il contatto umano del clubbing?
Puntiamo ANCHE "a stringere il campo"... I nostri progetti come Tenax sono svariati, e la mattina quando ci svegliamo sappiamo di essere al servizio dell'intrattenimento. Questo è il motivo per cui nella Room 1 continueremo a ospitare con orgoglio un numero sempre maggiore dei più grandi artisti del momento e punti di riferimento per le nuove generazioni. Di pari passo a questo, essendo portatori sani di romanticismo, la voglia di alzare la posta e sperimentare ci ha orientati verso questa nuova direzione della Room 2. Il club va verso i suoi 45 anni di età e sarebbe anomalo non ne fossimo affetti.
A proposito di anni, il 18 settembre è un giorno speciale: nella Room 2 si festeggeranno i tuoi 40 anni e i tuoi 20 di residenza al Tenax: auguri! Raccontaci come è iniziato il tuo percorso qui e quando questo club per te è diventato casa.
Sì, una data pazzesca! Sarà un party memorabile pieno di onore e responsabilità e avrò al mio fianco tutti gli amici di una vita che non posso far altro che ringraziare pubblicamente, perché senza dubbio sono stati INDISPENSABILI in tutto il mio percorso, e già questo mi emoziona tantissimo...
Quando mi viene chiesto di raccontare gli inizi della mia esperienza al Tenax parto spesso da un piccolo aneddoto, che scandisce la mia determinazione, racconta qualcosa del club e penso vi farà sorridere.
La prima volta che andai al Tenax si prospettava una serata di quelle da ricordare, e tutta la settimana la passai in preparazione. Nonostante avessi tentato di allinearmi a tutti i canoni dell'epoca, non passai la selezione all'ingresso. Forse oggi suona strano, ma da noi in quegli anni entrare non era così scontato, un po' come oggi per il Berghain, e quella volta nel 2004 toccò a me. Forse ero troppo giovane, forse troppo convinto di entrare, fatto sta' che da lì non feci un passo indietro nel volerci riuscire!
L’anno dopo il karma mi diede la possibilità di entrarci per la prima volta direttamente da DJ, grazie ad uno storico promoter del locale che puntò su di me e mi diede la possibilità di esibirmi per tutta la notte, proprio nella Room 2, in occasione del mio 20esimo compleanno. La serata fu un successo e da lì, in punta di piedi e con tanto lavoro, ho iniziato a ritagliarmi i miei spazi nel locale. Mano a mano arrivai a conquistare il rispetto e la fiducia del nostro direttore artistico, oggi mio amico e socio Jacopo Monini, e indubbiamente grazie anche al nostro orgoglio di casa Alex Neri, che fin da subito ha condiviso con me tutta la sua conoscenza e i suoi spazi, rafforzando le mie possibilità di crescita nel locale e nel mondo.
Mentre “casa” per me lo è sempre stata, solo che ancora non lo sapevo...

Il flyer della prima serata da DJ di Cole al Tenax, 2005.
Due decenni di residenza significano anche aver visto passare generazioni, suoni, abitudini di pista. Come si trasmette la “memoria sonora” di un club senza restare intrappolati nel passato?
Non è facile e come dicevamo prima siamo dei romantici... La nostra sfumatura è sicuramente Old school/ house e col cuore siamo indubbiamente più legati al passato, ma cerchiamo da sempre di mixare le cose: ci rendiamo ben conto che i tempi cambiano e la nostra prima missione, in un mondo dove si parla quasi solamente di guerre e malattie, è prima di tutto far divertire le nuove generazioni, dandogli speranza, messaggi di inclusione e proponendogli un prodotto in cui anche loro possano rispecchiarsi. Poi arrivati a questo, invece di fermarci investiamo, proponendo alternative di livello come il nuovo appuntamento mensile nella room 2 supportato dai nostri amici di Roof Booking & Oscillate Agency (Outcast).
Uno sguardo al futuro: cosa pensi possa significare per il Tenax avere adesso un luogo (la Room 2) che, pur rispecchiandosi nell’identità dell’iconico club, vuole portare avanti un concept di clubbing più intimo? Premettendo che questo sia il termine adatto…
Per il Tenax questo è un grandissimo strumento. Principalmente le possibilità che ci dà sono due: mettere a disposizione una piattaforma artistica che permette di esplorare sonorità "più intime", dando pieno campo all'arte e al mestiere del DJ per come lo intendiamo noi, e - ancora più importante - la possibilità di dare occasioni a nuovi artisti (un po' come successe a me), nella speranza ulteriore di guidare le nuove generazioni verso la riscoperta di un clubbing meno di consumo e più sincero.
Dopo vent’anni di console, innumerevoli notti e un nuovo capitolo al piano di sopra, ti capita mai di chiederti se hai ancora qualcosa da scoprire del Tenax? O forse è sempre il Tenax a continuare a scoprire parti nuove di te?
Certo per entrambe. Più che da scoprire però, direi da sviluppare, e di conseguenza scoprire ed esplorare insieme, che è una vera fortuna. Se non fossi e non fossimo in costante sviluppo e cambiamento, sarebbe sintomo di stallo, l'opposto di come si muove e muta oggi l'intrattenimento.
Per concludere, credo che tra me e il Tenax ci sia una storia d'amore di quelle che non finiscono mai...
