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Glastonbury 2025: un ritorno trascendente alla magia originale

  • Sergio Niño Ph credits: Luciana Cacciatore
  • 21 July 2025
Glastonbury 2025: un ritorno trascendente alla magia originale

Ci sono i festival musicali. E poi c’è Glastonbury.

Quest’anno, Glastonbury 2025 ci ha ricordato perché rimane il gioiello assoluto della cultura festivaliera globale. Sotto i cieli aperti di Worthy Farm, 210.000 anime si sono unite — non solo per la musica, ma per qualcosa di molto più grande: un’esperienza condivisa di arte, ribellione, amore e catarsi.

Dal primo accordo del mercoledì all’ultimo fuoco d’artificio della domenica sera, l’atmosfera è stata elettrica. Il live dei The 1975, venerdì sera sul Pyramid Stage, è stato un sogno febbrile di angoscia millennial ed eleganza indie, una performance da headliner che ha confermato la capacità rara della band di trasformare l’introspezione in un grido collettivo. Sabato, il tanto atteso ritorno di Neil Young è stato nientemeno che spirituale — la sua voce ha attraversato le generazioni, ricordandoci il potere eterno della musica di guarire, protestare e connettere.

Ma è stata Olivia Rodrigo, con la sua chiusura della domenica, a superare ogni aspettativa. Non è stato solo un concerto pop — è stato un momento di consacrazione, una performance epocale e trasformativa. Con vulnerabilità, potenza e visione teatrale, ha trasformato il Pyramid Stage in una cappella confessionale per la generazione TikTok. E quando pensavamo che non potesse diventare più iconico — Rod Stewart ha preso il posto della “Legends Slot” facendo cantare e ballare tre generazioni unite sulle note di “Maggie May.”

Ma lontano dai riflettori, il vero cuore pulsante di Glastonbury si trovava nei palchi minori e nei set segreti. Charli XCX ha trasformato l’Other Stage in un’utopia post-club; Doechii ha fatto esplodere il West Holts con un’esibizione feroce, audace e orientata al futuro. E, come solo Glasto sa fare, la sorpresa più grande è arrivata senza preavviso: lo slot “Patchwork” si è rivelato essere… PULP. Sì, proprio i Pulp.

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