Inner_Spaces 2025: la musica elettronica che attraversa “Itinerari insoliti”

Cosa succede quando due realtà, due mondi, apparentemente molto diversi, quasi inconciliabili, si incontrano? La storia dell’arte, in ogni sua forma, è piena di esempi di collisioni fertili che hanno avuto origine da pianeti che sembravano essere troppo distanti per incrociare le proprie rotte. Il festival Inner_Spaces di Milano potrebbe essere identificato in uno di quelli. La realtà è che Inner_Spaces è molto di più di un incontro: è visione, sperimentazione e passione.
Che cos’è Inner_Spaces
Inner_Spaces è la rassegna di musica elettronica e arti audiovisive ospitata all’Auditorium San Fedele di Milano, nel cuore della città, a due passi dal Duomo. Nata nel 2012 all’interno del progetto San Fedele Musica ideato dal sacerdote gesuita Padre Antonio Pileggi, oggi ha l’obiettivo di proporre la musica elettronica non come intrattenimento, ma come esperienza d’ascolto totale e trasformativa. Ogni stagione, due cicli l’anno, da gennaio a maggio e da settembre a dicembre, porta sul palco artisti internazionali e italiani, creando un dialogo tra grandi maestri dell’acusmatica, nomi iconici dell’elettronica contemporanea e nuove produzioni commissionate appositamente. Il tutto in un contesto piuttosto austero rispetto ai classici scenari della musica elettronica o sperimentale. La programmazione, come detto in precedenza, si articola infatti tra l’Auditorium San Fedele, quattrocentocinquanta posti, arricchiti dall’unicità dell’impianto Acusmonium Sator, e la Chiesa di San Fedele, dove una volta a stagione la musica sacra viene reinterpretata in chiave sperimentale. Il risultato è un festival che, negli anni, ha conquistato un posto unico in Europa per la capacità di fondere spiritualità, ricerca sonora e innovazione tecnologica.
L’origine di Inner_Spaces deriva, infatti, da un bisogno innato, si potrebbe quasi dire ancestrale, di portare l’ascolto a un livello esperienziale superiore, a una fruizione intensa e completamente immersiva. Per farlo, oltre a invitare ospiti internazionali che aprono i loro orizzonti per rendere la loro performance unica, Padre Antonio Pileggi, ha fatto installare un impianto unico in Italia: l’Acusmonium Sator.

L’impianto
Amante della musica in ogni sua forma, con una formazione di altissimo livello sia in Italia che all’estero, Padre Pileggi si avvicina alla musica elettronica a inizi 2000, dopo essere stato compositore e direttore artistico in Francia, Belgio e America Latina. È proprio in Francia che conosce l’Acusmonium, che decide di riadattare grazie all’aiuto del costruttore di impianti Eraldo Bocca all’auditorium San Fedele, dove oggi si svolge Inner Spaces, aggiungendogli la definizione di Sator. Con circa 50 diffusori, ognuno con timbro, potenza e dispersione diversi, disposti su tre corone concentriche attorno al pubblico e una sezione di supertweeter collocata nel soffitto per dare verticalità al suono, questo proiettore di suono nello spazio è capace di andare oltre i limiti della normale diffusione acustica e sonora.
Padre Pillegi ha portato a Milano un elemento unico per gli appassionati di musica - non solo elettronica - capace di ammaliare i migliori artisti internazionali, che, una volta invitati, entusiasti preparano set e live act ad hoc per Auditorium e Chiesa San Fedele. Questa orchestra invisibile di altoparlanti che è l’Acusmonium Sator, fa del suono un corpo vivo che avvolge il pubblico e lo guida attraverso un vero e proprio pellegrinaggio all’interno delle sonorità proposte.

La visione di Inner Spaces
La visione di Inner Spaces ruota intorno a un’idea chiave: l’esperienza uditiva non è solo mero intrattenimento, ma un rituale di ascolto.
Padre Antonio Pileggi l’ha concepita come un progetto che mette al centro l’interiorità: non solo presentare musica elettronica sperimentale, ma creare le condizioni per una catarsi dei partecipanti, capace di toccare coscienza e immaginario. L’oscurità della sala, la potenza immersiva dell’Acusmonium Sator, la scelta di repertori che vanno dai pionieri dell’acusmatica agli artisti più radicali di oggi: tutto concorre a disegnare un viaggio dentro di sé.
Il nome stesso, Inner_Spaces, indica questi “spazi interiori”: zone di risonanza emotiva e spirituale che si aprono solo quando il suono smette di essere sfondo e diventa protagonista assoluto. In questo senso, la rassegna unisce mondi apparentemente lontani, la Chiesa gesuita e l’elettronica contemporanea, il sacro e l’underground, la tradizione e l’avanguardia, per dimostrare che la musica è ponte tra epoche, linguaggi e stati di coscienza.
Opening con Kode9: “Escapology” tra resistenza e distruzione
Lunedì 15 settembre promette di essere un opening con uno sguardo senza compromessi sulla sperimentazione contemporanea. Si apre con le sculture sonore di Fabio Machiavelli, Alberto Anhaus e Alessandro Bono con il loro “Split 1, This is my box”, che trasforma chitarre smontate e oggetti sonori in strumenti nuovi, dove ogni suono è l’esito di “new lutherie”: arte, ingegneria e composizione trovano forma in gesti performativi e imprevedibili.
A seguire il live audiovisivo di Kode9, nome d’arte di Steve Goodman, pioniere britannico di Hyperdub, “Escapology”. Un viaggio distopico che racconta l’Astro-Darien, universi contaminati in cui suono diventa linguaggio di ribellione contro il capitalismo tecnologico. Beats frantumati, ambient cinematografico, distopie audiovisive: un’immersione politica ed estetica.
Non a caso il concept della stagione 2025 è “Itinerari insoliti”: si potrebbe dire oltremodo in linea con Split 1, This is my box e Escapology. Un dualismo forte, in cui i tre artisti della prima performance ricostruiscono l’artigianato sonoro, mentre il secondo porta in scena mondi immaginari e critici.

La stagione 2025
La stagione autunno inverno 2025 di Inner_Spaces, che abbiamo già detto prendere il nome di “Itinerari insoliti”, si apre quindi il 15 settembre per concludersi il 15 dicembre. Tra i nomi da non perdere di questa stagione, oltre Kode9, sicuramente Nicolás Jaar, che terrà un live act nella Chiesa di San Fedele, Dasha Rush, Lucy Railton e molti altri. L’intera line up è consultabile sul sito ufficiale di Inner Spaces.
Mixmag è felice di accompagnare i suoi lettori attraverso alcune delle date di questa rassegna artistica, portando gli assaggi più incisivi delle performance.
In un mondo che consuma suoni a velocità frenetica, Inner_Spaces invita a rallentare, ad ascoltare con il corpo e con la mente. Un rito collettivo che da Milano irradia la prova che il suono può ancora essere un’esperienza spirituale, capace di ridefinire il tempo e lo spazio.